Essere mamma è un lavoro a tempo pieno.

Tra le mille attività svolte giornalmente è veramente difficile e complicato saper conciliare tutto: sistemare casa, lavorare e nel frattempo essere delle mogli e mamme perfette. Senza dimenticarsi ovviamente di sé stesse, delle proprie passioni e dei propri hobby.
È una sfida continua! Oggi, soltanto 1 donna su 5 in Italia pratica sport e soltanto il 27% del totale dei tesserati Coni è donna.
Ma perché i due generi non riescono ad avere pari opportunità nemmeno con una divisa sportiva?
La ricerca “Jump the gap – Oltrepassare le barriere dello sport di base per le donne”, condotta dall’Università degli studi di Padova, promossa da AiCS, Acsi, Csen e Libertas prende in mano questi dati e risponde: è stereotipia.
Il motivo infatti è proprio il genere.
“Il problema è che ancora oggi la donna è vista come la custode del nucleo familiare. Compagni, mariti, figli non fanno abbastanza per deresponsabilizzarla: dovrebbero andarle incontro per svolgere le attività domestiche, prendersi cura della prole e della famiglia, ma non lo fanno perché ritengono di non essere loro la soluzione o non si sentono chiamati in causa. Dall’altro lato, è la donna stessa a non cedere questo spazio”.
“Lo sport aiuta a farcela”
Non è semplice per una mamma lavoratrice o anche solo mamma praticare sport in modo amatoriale o addirittura agonistico, perché nell’immaginario collettivo il peso della cura familiare è ancora una responsabilità solo femminile.
Essere sportiva e mamma, avere impegni familiari e lavorativi, e dedicarsi al proprio benessere fisico e mentale sembra impossibile.
E invece lo sport aiuta a farcela meglio: a combattere lo stress, a ritrovare una solidarietà tra donne che spesso manca, a trasmettere ai figli i giusti valori e a essere più positive anche tra le mura domestiche
